wordpress stats

L’Occidente, inquieto per il nuovo stato di cose. Gli stati del West inquieti come cavalli prima del temporale. I grossi latifondisti, inquieti, consapevoli d’un mutamento in atto, totalmente ignari della sua natura: quei grossi latifondisti che brontolano contro la cosa immediata, sia questo il rimpasto ministeriale o il continuo minaccioso incremento dell’unità operaia; che brontolano contro l’aumento delle imposte, contro i nuovi progetti di legge, completamente ignari del fatto che tutte queste cose sono effetti, non cause. Effetti, non cause. Le cause giacciono più in fondo, e sono semplici: sono la fame di uno stomaco moltiplicata un milione di volte; la sete d’un singolo spirito, sete di sicurezza, sete di tranquillità, moltiplicata un milione di volte; l’ansia di muscoli e cervelli che aspirano a crescere a lavorare a creare, moltiplicata un milione di volte. Son questi muscoli tesi nello sforzo della fatica. Questi cervelli ansiosi di produrre in eccedenza ai bisogni individuali, che rappresentano la funzione suprema dell’umanità, il significato dell’uomo. Erigere un muro, costruire una casa, alzare una diga, e nel muro nella casa nella diga infondere qualche molecola d’Umanità, e dal muro dalla casa dalla diga prelevare qualche molecola d’utile a favore dell’umanità: questa è la funzione suprema dell’essere umano. Perché l’uomo, a differenza di ogni altra cosa organica o inorganica, si solleva più in alto del suo lavoro e delle sue concezioni; l’uomo sovrasta le proprie conquiste. Le teorie possono mutare e crollare, le scuole, le filosofie, i vicoli del pensiero nazionale o religioso o economico possono farsi man mano sempre più tortuosi ed oscuri, maturare e poi disintegrarsi, ma l’uomo va avanti inesorabile; inciampando, sia pure ferendosi, sbagliando, ma va avanti. E può anche dover sostare, retrocedere talora, ma solo d’un mezzo passo; mai d’un passo intero. Di questa realtà, è pur lecito dichiararsi convinti. Anzi, è dovere riconoscerla. E’ un dovere confortante riconoscerla, quando le bombe addobbano di pennacchietti bianchi il cielo delle piazze dei mercati, quando i prigionieri sono trapassati come maiali, quando i cadaveri calpestati versano sangue nella polvere. Se l’umanità non eseguisse un paso avanti, se l’ansia di proseguire sia pure inciampando non fosse ostinatamente viva, le bombe non precipiterebbero dal cielo, i patiboli non funzionerebbero. Sconfortante, invece, anzi raccapricciante sarebbe notare che le bombe non precipitano più, che i capestri restano inattivi; perché ogni singola bomba che cade e continuerà a cadere finché esista il bombardiere, ogni singolo capestro attivo finché esista il boia, è evidenza del sopravvivere dello spirito, è testimonianza di un effettivo passo in avanti. Sconfortante sarebbe il tramonto degli scioperi mentre i padroni continuano a durare; perché ogni sciopero anche fallito è evidenza del sopravvivere dello spirito. Sconfortante sarebbe notare che l’Umanità rinuncia a soffrire e morire per un’idea; perché è questa la qualità fondamentale che è alla base dell’Umanità, questa la prerogativa che distingue l’uomo dalle altre creature dell’universo.

(John Steinbeck, “Furore”, 1939)